Sabato scorso, il figlio di Marina La Rosa è stato aggredito in modo improvviso durante una passeggiata serale a Trastevere, uno dei luoghi più frequentati della movida romana. L’amico che era con lui ha subito la stessa sorte, poiché entrambi sono stati colpiti senza alcun preavviso.
L’ex partecipante del Grande Fratello ha raccontato l’episodio su Instagram, manifestando il proprio disappunto verso l’organizzazione delle forze dell’ordine, che, a suo parere, non andrebbero a presidiare come dovrebbero una zona così frequentata. Secondo Marina La Rosa, a Trastevere durante i weekend si registrano spesso casi di violenza, ma il numero di poliziotti a disposizione non sarebbe sufficiente a garantire la sicurezza di chi si avventura tra i vicoli.
L’aggressione in piena notte
Stando al racconto di Marina La Rosa, suo figlio e l’amico camminavano lungo le stradine gremite di passanti quando, all’improvviso, qualcuno ha sferrato un pugno sul volto del ragazzo. Lui, frastornato, non è riuscito a riconoscere il responsabile, mentre notava l’amico che tentava di rialzarsi dopo aver ricevuto lo stesso tipo di attacco. Sia il figlio sia il compagno di serata non hanno potuto individuare chi li avesse colpiti, poiché l’aggressore, o forse più di uno, sarebbe sparito immediatamente confondendosi tra la folla.
Per fortuna i due giovani non avrebbero riportato lesioni gravi, ma la paura è stata forte. Secondo quanto riferito dalla stessa madre, la violenza avrebbe potuto avere conseguenze peggiori se i colpi fossero stati più forti o diretti a parti delicate del corpo. Questo episodio, a suo dire, non è raro in un quartiere che, soprattutto il sabato sera, accoglie migliaia di persone in cerca di svago.
La critica di Marina La Rosa alla sicurezza cittadina
Dopo essere corsa in questura per denunciare i fatti, l’opinionista televisiva ha espresso apertamente la sua sfiducia verso chi dovrebbe gestire la situazione sul territorio. A suo avviso, la presenza di pochi agenti non consentirebbe di intervenire tempestivamente, creando di conseguenza un ambiente in cui chiunque può commettere aggressioni simili senza alcun timore di essere identificato.
Nel suo lungo intervento, ha anche detto che, sempre a Trastevere, di recente un giovane è stato accoltellato e si trova tuttora in ospedale. In un contesto in cui gli episodi di criminalità sembrano moltiplicarsi, Marina La Rosa invoca un controllo più capillare, convinta che maggiore protezione porterebbe a una sensazione di tranquillità per chi abita o frequenta la zona.
L’ipotesi del “knockout game”
La donna ha poi avanzato un sospetto inquietante: l’idea che suo figlio e l’amico siano caduti vittima del cosiddetto “knockout game”. Si tratta di un inquietante “gioco” nato oltreoceano, dove uno o più individui aggrediscono una persona a caso con un pugno violento, cercando di farle perdere i sensi. Talvolta, le azioni vengono riprese con gli smartphone per essere condivise in rete, trasformando la violenza in un macabro trofeo.
La pratica sarebbe conosciuta anche con altri nomi, tra cui “Knockout king” e “Polar-bear hunting”. Non esiste un motivo logico dietro a questi gesti: lo scopo pare essere soltanto quello di causare dolore e provocare disorientamento nella vittima.
Di fronte a fatti del genere, l’ex concorrente del reality show ha esortato i giovani a prestare attenzione quando escono la sera e a segnalare eventuali situazioni sospette, nella speranza di arginare un comportamento che mette a rischio chiunque si trovi nel posto sbagliato al momento sbagliato.