Ti sei mai chiesto quale compenso percepisca Carlo Conti alla guida del Festival di Sanremo? L’edizione 2025, inaugurata martedì 11 febbraio, rappresenta il 75° capitolo di questa storica rassegna canora al Teatro Ariston, che vede in gara 29 interpreti (dopo l’uscita di scena di Emis Killa) e 4 voci emergenti provenienti dalla sezione Nuove Proposte. Dopo cinque edizioni consecutive firmate da Amadeus, la direzione è passata nuovamente nelle mani di Conti, già protagonista di questo evento fra il 2015 e il 2017.
In tanti si domandano quanto sia il cachet di un volto così popolare: la curiosità ha raggiunto livelli altissimi, soprattutto alla luce del lavoro di preparazione svolto dal conduttore per costruire uno spettacolo emozionante. Nel frattempo, per rendere le serate ancora più divertenti, prosegue l’esperienza del Fantasanremo, un gioco che intrattiene il pubblico durante le esibizioni.
L’impegno di Carlo Conti e dei suoi colleghi
Conti, in veste di direttore artistico, ha curato ogni dettaglio della manifestazione, supervisionando scelte musicali e allestimenti. Questa nuova avventura lo vedrà in scena per due anni, puntando a rinnovare il successo delle edizioni precedenti.
Al suo fianco si alternano varie personalità dello spettacolo, tredici in totale fra uomini e donne: nella prima serata, Antonella Clerici e Gerry Scotti; nella seconda, Bianca Balti, Cristiano Malgioglio e Nino Frassica; nella terza, Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa; nella quarta, Mahmood e Geppi Cucciari; nella finale di sabato 15 febbraio, Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan. Tutti condividono la responsabilità di intrattenere i telespettatori e rendere speciali le diverse serate della competizione.
Cachet e spese di produzione
Le voci che circolano su vari siti sostengono che Carlo Conti abbia concordato una cifra di circa 500mila euro per le cinque puntate di quest’anno. Pare inoltre che il budget destinato ai co-conduttori si attesti intorno ai 300mila euro complessivi, corrispondenti a circa 25mila euro per ciascuno dei volti che lo affiancano.
A questi costi si aggiungono quelli relativi all’ampio gruppo di tecnici, dipendenti Rai e dirigenti che vivacizzano gli alberghi della zona, senza contare gli ospiti nazionali e internazionali chiamati a impreziosire la rassegna. L’organizzazione, anche dal punto di vista logistico, è sempre imponente e coinvolge diverse professionalità.
I guadagni pubblicitari e il confronto con i grandi eventi
Anche quest’anno gli sponsor sembrano pronti a investire cifre consistenti, con la prospettiva di raggiungere circa 60 milioni di euro in raccolta pubblicitaria. Nel 2023 la somma aveva già superato i 50 milioni, mentre nel 2022 si era fermata a quota 42; risalendo fino al 2020, ci si aggirava intorno ai 37-38 milioni.
In sostanza, dal 2018 in poi l’ammontare legato alle inserzioni è quasi raddoppiato. Se quest’anno la stima di 60 milioni dovesse essere confermata, la gara musicale si avvicinerebbe ai numeri ottenuti dalla Rai durante gli ultimi Mondiali, i cui diritti costarono però 150 milioni. Al contrario, per realizzare il Festival di Sanremo la spesa risulta minore: basti pensare che la convenzione con la città di Sanremo richiede poco più di 5 milioni di euro.
Questi dati evidenziano quanto il Festival rappresenti un appuntamento capace di generare introiti enormi, sia per il servizio pubblico sia per l’indotto sul territorio. Dopo un’attenta pianificazione e una squadra affiatata, la kermesse si conferma una delle produzioni televisive più redditizie e discusse, pronta a far parlare di sé anche nelle prossime edizioni.