Elio e le Storie Tese all’attacco. Sono gli EELST ad alzare la prima vera polemica di questo Festival, eccezion fatta per la vicenda che ha interessato Ermal Meta e Fabrizio Moro, sospettati di plagio, sospesi temporaneamente e successivamente reintegrati.
Secondo il gruppo salito alla ribalta nazionale nel 1996 proprio grazie alla partecipazione sul palco dell’Ariston con “La Terra dei Cachi“, durante le serate si lascerebbe troppo spazio ai pezzi storici del conduttore e direttore artistico del Festival, Claudio Baglioni. Nell’intervista rilasciata a Libero, Elio e le Storie Tese precisano il loro pensiero.
“A volte bisognerebbe vantarsi di più: quando abbiamo fatto noi il Dopofestival non abbiamo suonato neppure una nota di un nostro pezzo – afferma Elio – ora osserviamo un Festival in cui in ogni puntata Baglioni canta 4 canzoni di Baglioni. Questo nostro atteggiamento decisamente non paga”.
Incalzato anche sulla canzone presentata in questa edizione, “Arrivedorci”, Elio ha provato a spiegare il perchè non risulti di particolare gradimento: “Probabilmente perchè è una canzone curata, strutturata in maniera migliore rispetto agli altri pezzi in gara. E’ legittimo dire che non piace, ma cosa significa dire che è inaccettabile o addirittura non classificabile?”.
Secondo Faso, invece, “Arrivedorci” non sta avendo successo perchè dagli EELST ci si aspetta sempre il cosiddetto spettacolo. “Se lo fai i commenti sono ‘ecco i soliti cazzoni’, se invece ci presentiamo con il lentone stracciamutande – che poi è nello stile di altri 300 pezzi che sono andati al Festival – l’effetto è ‘ma come, non venite a fare il triccheballacche?’ Come mai?”. Già al termine della quarta serata Elio, ospite al Dopo Festival, aveva rivolto una frecciatina a Baglioni: “Volevo chiedere a Claudio se dopo tutti questi giorni poteva cantarci un suo pezzo”.