Willie Peyote figura tra i 30 Big che calcheranno il palco del Teatro Ariston per il Festival di Sanremo 2025, in programma dall’11 al 15 febbraio. L’annuncio è stato diffuso il primo dicembre da Carlo Conti, durante il notiziario di Rai 1 delle 13:30, con la conferma della presenza del rapper e cantautore torinese accanto ad altri noti protagonisti della canzone italiana.
Subito dopo la notizia, l’artista ha commentato in modo ironico sui propri profili social, dicendo che questo nuovo impegno lo spingerà a rimettersi in forma e ringraziando Carlo Conti per la fiducia accordata.
Willie Peyote: l’unico piemontese in gara
Dietro lo pseudonimo si cela Guglielmo Bruno, nato a Torino nel 1985, cresciuto con un padre originario di Barriera e una madre biellese. È l’unico artista del Piemonte selezionato per la manifestazione, da sempre considerata tra le più prestigiose nel panorama nazionale.
La scelta del nome d’arte prende spunto dal personaggio dei cartoni Wile E. Coyote e dal peyote, pianta dell’America settentrionale nota per le sue caratteristiche particolari, con l’aggiunta di “Willie” in omaggio al suo vero nome. La combinazione di riferimenti e influenze creative ha contribuito a rendere Willie Peyote un protagonista innovativo della scena indie italiana.
Un percorso musicale tra provocazione e stile
Il suo primo lavoro discografico risale al 2011, quando ha pubblicato Il manuale del giovane nichilista, album che già dal titolo suggeriva il suo spirito critico e il desiderio di mescolare ironia pungente, riflessioni personali e spunti di denuncia. Due anni dopo è arrivato Non è il mio genere, il genere umano, in cui ha confermato un atteggiamento disincantato nei confronti di ciò che lo circonda.
Nel 2015, con Educazione Sabauda sotto l’etichetta ThisPlay Music, ha conquistato un numero crescente di ascoltatori: quel disco, che conteneva il brano “Io non sono razzista ma…”, ha contribuito ad attirare l’attenzione generale sul rapper.
Fra le tracce spiccano diverse citazioni rivolte a esponenti importanti del rap, del rock e della tradizione cantautorale italiana, per chiudere infine con “(E allora ciao)”, brano in cui viene omaggiato Luigi Tenco. Seguono poi Sindrome di Tôret del 2017, considerato dal diretto interessato la sintesi perfetta tra la vena rock e la matrice hip-hop, Iodegradabile del 2019 e Pornostalgia del 2022, opere che lo hanno consolidato nel panorama musicale.
Il ritorno all’Ariston per l’edizione 2025
Willie Peyote ha già partecipato al Festival di Sanremo nel 2021, quando si è presentato con Mai dire mai (la locura), canzone che si è piazzata sesta e ha ottenuto il riconoscimento della Critica intitolato a Mia Martini.
In quel contesto, le sue opinioni taglienti avevano attirato l’attenzione su alcune dichiarazioni rivolte a colleghi come Ermal Meta e Francesco Renga, oltre a un’ironica frecciata a Barbara D’Urso, che aveva modificato il ritornello della sua canzone per fini promozionali. Il brano, diventato disco di platino, offriva uno sguardo dissacrante sulla società post pandemia e su certe abitudini dello spettacolo italiano.
Ora il pubblico attende di scoprire che cosa proporrà l’artista torinese sul palco del Festival 2025. L’entusiasmo cresce, alimentato dalla curiosità per le nuove idee che Willie Peyote saprà mettere in musica e dalla sua capacità di raccontare la realtà con intelligente schiettezza. Con il suo ritorno, l’edizione sanremese si arricchisce di un interprete capace di combinare provocazione, lucidità e competenza musicale.