Festival di Sanremo: il Tar boccia l’affidamento diretto alla Rai, cambia tutto dal 2026

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Festival di Sanremo
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Il Tar della Liguria ha dichiarato “illegittimo l’affidamento diretto alla Rai” da parte del Comune di Sanremo per l’organizzazione del Festival di Sanremo. Pur mantenendo la validità dell’edizione 2025, dal 2026 in poi si dovrà procedere tramite “gara aperta” per chi opera nel settore. Una decisione che potrebbe ridefinire il futuro del festival più iconico della televisione italiana.

La sentenza e le reazioni dei protagonisti

In una sentenza lunga 58 pagine, il Tar ha ribaltato il panorama dell’organizzazione del Festival. La Rai, per ora, valuta se presentare ricorso e cerca di smorzare le preoccupazioni: secondo Viale Mazzini, la decisione dei giudici ha confermato comunque la validità della convenzione con il Comune per l’edizione 2025 e il diritto esclusivo di utilizzo del format televisivo, garantendo che l’evento musicale non potrà essere affidato ad altri nelle sue forme attuali.

Il ricorso al Tar è stato presentato da Just Entertainment, società di produzione musicale che nel marzo 2023 aveva manifestato interesse per acquisire la gestione economica e commerciale del Festival e del marchio. Secondo quanto affermato dalla Je, il Comune non aveva dato riscontro alla proposta, lasciando intendere che non ci fossero ancora accordi ufficiali con la Rai per le edizioni future. Da qui è partita la battaglia legale, culminata nella decisione di contestare l’affidamento esclusivo del marchio alla Rai.

La sentenza ruota attorno alla distinzione tra il marchio e il format televisivo. Il Tar ha giudicato irregolari alcune delibere del Comune di Sanremo, che aveva assegnato alla Rai l’uso esclusivo di “Festival della Canzone Italiana” come marchio e dei servizi collegati. Ma è stato confermato che l’edizione 2025, guidata da Carlo Conti, rimarrà in mano alla Rai.

Il futuro del Festival: nuove sfide all’orizzonte

La sentenza apre la porta alla possibilità che altri gruppi, come Mediaset o Warner Bros. Discovery, possano partecipare alla gara per il marchio del Festival dal 2026 in poi. Secondo Alessandro Mager, il sindaco della città di Sanremo, la situazione è complessa e richiederà un’attenta valutazione insieme ai legali del Comune per pianificare i prossimi passi.

Intanto, Sergio Cerruti, amministratore di Just Entertainment ed ex presidente dell’Associazione Fonografici Italiani, ha esultato definendo la sentenza un risultato storico, paragonando la vicenda a quella di “Davide contro Golia”. Cerruti ha poi aggiunto che la vittoria rappresenta una speranza per i piccoli operatori del settore.

Anche Striscia la notizia ha rivendicato l’importanza di un bando pubblico, che da anni viene richiesto per garantire trasparenza nella gestione del Festival. La sentenza del Tar potrebbe ora aprire anche un confronto in sede di commissione di Vigilanza, con esponenti del Pd che richiedono l’intervento dell’amministratore delegato della Rai, Rossi, per chiarire come si intenda preservare il Festival di Sanremo come evento cardine del servizio pubblico.

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