Colin Firth e Livia Giuggioli, l’attacco di Brancaccia: “Ma quale stalking, ecco la verità”

Le accuse di stalking lanciate da Livia Giuggioli non sono andate proprio giù a Marco Brancaccia, che ha deciso di passare al contrattacco e raccontare al mondo la sua versione dei fatti. Il giornalista italiano ha infatti rivelato di avere avuto una relazione intensa con la moglie di Colin Firth, tanto da minacciare seriamente il matrimonio tra i due.

Brancaccia: “Io e Livia avevamo una relazione”

“Eravamo romanticamente coinvolti. Lei voleva lasciare Colin per stare con me – racconta Brancaccia – Il mio cosiddetto stalkeraggio consiste in due messaggi che le ho inviato su Whatsapp dopo che lei ha terminato la relazione nel 2016 con una email. Io allora scrissi un’email a Colin sulla relazione tra me e Livia – cosa che ora rimpiango di aver fatto – e lei mi ha denunciato per stalking, per paura che io rendessi pubblico tutto quello che lei mi aveva rivelato”.

Il giornalista spedisce al mittente le accuse di stalking: a detta sua accadeva l’esatto contrario, ovvero era la produttrice cinematografica a tormentarlo e a cercare continuamente un contatto con l’amante.

Brancaccia accusa: “Era Livia a farmi stalking”

“In un anno, Livia mi ha mandato più di 100 messaggi, oltre a foto, video e persino un diario”, spiega Brancaccia. Inoltre, come racconta l’ex amante di Livia Giuggioli, nel periodo in cui si fa riferimento nella denuncia si trovava in Brasile come corrispondente per l’ANSA.

“Non posso accettare di passare per stalker – racconta il giornalista al sito Dagospia – nei mesi in cui io avrei “perseguitato” la coppia (da settembre 2016 a maggio 2017) ero il corrispondente per l’Ansa in Brasile, e lei viveva a Londra. Non si è mai visto uno stalker intercontinentale”.