Domenica di Pasqua del 2009. A bordo di un aereo, il pilota muore improvvisamente durante il volo. Uno dei passeggeri, Doug White, si trova improvvisamente ai comandi. Con la sua famiglia al seguito e una minima esperienza di volo, Doug tenta un atterraggio d’emergenza. Ma riuscirà a salvare tutti? Il film Sulle ali della speranza racconta questa incredibile storia vera. Ma chi è davvero Doug White?
L’inizio dell’emergenza
Doug White e la sua famiglia stavano salendo con tranquillità dopo il decollo, quando il pilota dell’aereo bimotore si inclinò improvvisamente all’indietro e perse conoscenza. Sebbene White avesse la licenza di pilota, non aveva mai avuto esperienza su un velivolo delle dimensioni del King Air. “Ho bisogno di aiuto, siamo nei guai”, comunicò via radio, rivolgendosi poi alla moglie e alle figlie di 16 e 18 anni: “Iniziate a pregare forte.” La moglie tremava, mentre la figlia Bailey scoppiava in lacrime.
Nonostante la situazione disperata, White riuscì a far atterrare l’aereo circa mezz’ora dopo, grazie all’assistenza dei controllori del traffico aereo che lo guidarono passo dopo passo per portare in sicurezza il velivolo a terra. Il pilota non sopravvisse, ma White riuscì a compiere l’impossibile.
Con circa 150 ore di esperienza su un piccolo Cessna 172, Doug White non aveva mai pilotato un aereo grande e veloce come il King Air. Durante il volo di ritorno da Marco Island, luogo in cui si erano recati per la morte del fratello di Doug, si trovò costretto a dichiarare un’emergenza, utilizzando la radio di bordo, uno strumento con cui aveva già dimestichezza. Sebbene White avesse ottenuto la licenza nel 1990, aveva ripreso a volare solo di recente, dopo una pausa di ben 18 anni.
L’atterraggio miracoloso
Doug cercò di chiedere alla moglie di spostare il pilota ormai privo di sensi, per evitare che potesse influire sui comandi, ma lo spazio era troppo ristretto e la manovra impossibile. L’aereo continuava a salire oltre l’altitudine prevista di 10.000 piedi, ben più in alto dei 7.000 a cui White era abituato sul Cessna.
Con grande sangue freddo, mantenne la calma e seguì le istruzioni fornite dai controllori, i quali, nel frattempo, si avvalsero dell’aiuto di un amico esperto nel pilotare un King Air, che, da remoto, forniva dettagli e procedure per gestire il volo.
A un certo punto, White tentò di riattivare il pilota automatico, ma questo indirizzò l’aereo verso nord, in direzione di Jackson, Mississippi, come era stato programmato dal pilota. Così, optò per il controllo manuale, guidando l’aereo nella discesa e riuscendo ad atterrare in sicurezza alle 14:00 a Fort Myers. A terra, il personale medico e i vigili del fuoco erano già pronti per intervenire. Nonostante i tentativi di rianimare il pilota, non ci fu nulla da fare.
Il giorno dopo l’incidente, White dichiarò che senza l’aiuto dei controllori del traffico aereo non sarebbe mai riuscito nell’impresa. Ringraziò di cuore chi lo aveva aiutato, aggiungendo che questi professionisti non ricevono il giusto riconoscimento per il lavoro che svolgono ogni giorno.